Rosario Curcio ha scritto:
Non ancora......t\'è arrivata la mail?![]()
Rosario Curcio ha scritto:
Non ancora......t\'è arrivata la mail?![]()
Certo Fabio che cambia...la mia era solo una riflessione sulla tensione di rottura; non ci piove che lo stato tensionale che si tratti di flessione o di trazione si determini in due maniere completamente differenti (e che quindi i carichi applicati gravino più o meno a seconda dello schema statico; ma che si tratti di una lastra finissima o di una lastra 1x1 m la tensione per le quali si rompono è sempre la solita )....comunque non vorrei \"sporcare\" questo thread con considerazioni inutili ai fini del nostro hobby, ti ringrazio Fabio per le risposte![]()
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Intanto scusate per l’assenza, come detto da Fabio, al quale va il mio grazie per avermi fatto da spalla, questo mese è purtroppo un impegno continuo, meno male che sta finendo![]()
Per tornare all’argomento, Alessionon rompi affatto, anzi, la tua domanda è lecita, quindi è giusto darti una spiegazione. Anche se non conosco fino dove posso spingermi, cercherò di farlo nel modo più semplice e comprensivo, senza dimostrazioni matematiche, perché non servirebbero. Se parliamo di unità di misura, MPa (MegaPascal) e N/mm2 (Newton/mm²) possiamo dire che sono la stessa cosa, vale a dire che 1MPa=1N/mm². C’è da precisare, però, che qualsiasi materiale ha le sue caratteristiche e in queste rientrano quelle che sono definite le “proprietà meccaniche” che altro non sono che la capacità di resistere alle azioni provocate da forze esterne che tendono a deformarlo. Come saprai, da ciò si dipartono le prove per determinarne la resistenza meccanica, tra le quali quella a trazione e quella a flessione. In poche parole, la “resistenza alla trazione” è la capacità che ha un materiale di resistere all’allungamento prima di rompersi, mentre la “resistenza alla flessione” è la capacità che ha lo stesso materiale di resistere alla curvatura quando sullo stesso sono applicate forze perpendicolari al suo asse. Il valore della resistenza alla rottura di un vetro flesso è dell\'ordine di 40 N/mm2 (40MPa) ma solo per vetro ricotto, non float che ha caratteristiche meccaniche decisamente diverse perché ottenuto con un processo particolare, mentre per i vetri temprati può variare da 120 a 200 N/mm². E’ corretto dire, come hai peraltro detto, che una lastra di cristallo sottoposta a flessione ha una faccia sottoposta a compressione ed una faccia sottoposta a trazione, ma tieni presente che qualunque sia lo spessore della lastra la resistenza unitaria alla rottura per flessione è sempre maggiore sia nel caso di vetro ricotto sia nel caso di vetro temprato. Pertanto, la rottura di una lastra di vetro avviene più facilmente a causa della trazione che per flessione. Per questa ragione, nel vetro i valori della resistenza alla trazione e alla flessione non sono uguali come lo sono, invece per l’acciaio che hai citato. Il valore di 19,2 N/mm² riportato nell’articolo, che ovviamente è differente dalla valore della resistenza a trazione, indica appunto che la resistenza alla trazione del vetro è decisamente inferiore alla sua resistenza alla flessione. Le formule che ho utilizzato, dopo averle studiate, sono state così come costruite dai due ingegneri inserite nel programma di calcolo. Spero di essere stato sufficientemente chiaro![]()
Luigi F. ha scritto:
Intanto scusate per l’assenza, come detto da Fabio, al quale va il mio grazie per avermi fatto da spalla, questo mese è purtroppo un impegno continuo, meno male che sta finendo![]()
Per tornare all’argomento, Alessionon rompi affatto, anzi, la tua domanda è lecita, quindi è giusto darti una spiegazione. Anche se non conosco fino dove posso spingermi, cercherò di farlo nel modo più semplice e comprensivo, senza dimostrazioni matematiche, perché non servirebbero. Se parliamo di unità di misura, MPa (MegaPascal) e N/mm2 (Newton/mm²) possiamo dire che sono la stessa cosa, vale a dire che 1MPa=1N/mm². C’è da precisare, però, che qualsiasi materiale ha le sue caratteristiche e in queste rientrano quelle che sono definite le “proprietà meccaniche” che altro non sono che la capacità di resistere alle azioni provocate da forze esterne che tendono a deformarlo. Come saprai, da ciò si dipartono le prove per determinarne la resistenza meccanica, tra le quali quella a trazione e quella a flessione. In poche parole, la “resistenza alla trazione” è la capacità che ha un materiale di resistere all’allungamento prima di rompersi, mentre la “resistenza alla flessione” è la capacità che ha lo stesso materiale di resistere alla curvatura quando sullo stesso sono applicate forze perpendicolari al suo asse. Il valore della resistenza alla rottura di un vetro flesso è dell\'ordine di 40 N/mm2 (40MPa) ma solo per vetro ricotto, non float che ha caratteristiche meccaniche decisamente diverse perché ottenuto con un processo particolare, mentre per i vetri temprati può variare da 120 a 200 N/mm². E’ corretto dire, come hai peraltro detto, che una lastra di cristallo sottoposta a flessione ha una faccia sottoposta a compressione ed una faccia sottoposta a trazione, ma tieni presente che qualunque sia lo spessore della lastra la resistenza unitaria alla rottura per flessione è sempre maggiore sia nel caso di vetro ricotto sia nel caso di vetro temprato. Pertanto, la rottura di una lastra di vetro avviene più facilmente a causa della trazione che per flessione. Per questa ragione, nel vetro i valori della resistenza alla trazione e alla flessione non sono uguali come lo sono, invece per l’acciaio che hai citato. Il valore di 19,2 N/mm² riportato nell’articolo, che ovviamente è differente dalla valore della resistenza a trazione, indica appunto che la resistenza alla trazione del vetro è decisamente inferiore alla sua resistenza alla flessione. Le formule che ho utilizzato, dopo averle studiate, sono state così come costruite dai due ingegneri inserite nel programma di calcolo. Spero di essere stato sufficientemente chiaro![]()
Ciao Luigi![]()
Il dubbio che mmi ero posto era nato dal fatto che queste cose le studio tutti i giorni (non vorrei essere scambiato per quello che \"spara\" senza un perchè). Non mi spiego il motivo per cui \"la resistenza unitaria alla rottura per flessione è sempre maggiore sia nel caso di vetro ricotto sia nel caso di vetro temprato\"....cioè, che io abbia uno sforzo assiale o una flessione, quando ho uno stato di tensione di trazione il matriale si comporta nella medesima maniera...se \"tiro\" la lastra e suppongo che mi si rompa quando nella sezione ho una tensione di 19 MPa, non capisco come la mia lastra sottoposta a flessione possa sopportare unao stato di tensione di trazione di 40 MPa, quei filetti se si rompono per una tensione di 19 MPa come fanno ad arrivare ad una tensione di 40 MPa? Tant\'è che rileggevo l\'articolo e notavo che per la sollecitazione massima viene giustamente preso come tensione limite quella della trazione diviso il coefficiente di sicurezza. Luigi comunque se ti va di parlarne bene altrimenti mi rendo conto che è una discussione un pò fuori luogo...... a proposito non è che si potrebbe avere il file? Così mi sbizzarrisco un pò a controllare le vasche che già ho, male che vada mi preoccupo che si portrebbero rompere da un momento ad un altro!!
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Ne potremmo parlare a lungo, considera che tutto ciò che ho scritto è stato letto, riletto e testato matematicamente partendo dai principi delle costruzioni dei due ingegneri. Se vuoi ti mando anche i documenti così potrai approfondire e toglierti i dubbi che io stesso avevo come giustamente hai tu. Per il file nessun problema![]()
Luigi F. ha scritto:
Grazie Luigi! Mi va bene il file, per il resto mi fido del tuo lavoroNe potremmo parlare a lungo, considera che tutto ciò che ho scritto è stato letto, riletto e testato matematicamente partendo dai principi delle costruzioni dei due ingegneri. Se vuoi ti mando anche i documenti così potrai approfondire e toglierti i dubbi che io stesso avevo come giustamente hai tu. Per il file nessun problema![]()
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Grazie mille
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