Sinceramente non ti so rispondere... nel senso che non sono aggiornato sui prodotti in commercio, è qualche annoche sono fuori dal giro.
Se faccio un'analisi sui prodotti che ricordo, stiamo parlando fino al 2011, non ne trovo uno qualitativamente superiore agli altri, erano più o meno tutti sullo stesso livello, tendenzialmente inferiori a prodotti disponibili su altre piazze (acquacoltura). Ripeto, non si parla a livello di salubrità o tossicità, non sono assolutamente prodotti in grado di nuocere alla salute dei pesci (se ben conservati ed impiegati, ovviamente), ma solo a livello di digeribilità, qualità biologica dei nutrienti e tipologia di MP e tecnologia produttiva impiegate.
immagino di si...
Per l'ignoranza parliamone... non per criticare nessuno, ma se si vuole documentarsi, anche a livello extra accademico (io non ho più rapporti con le facoltà da quando mi sono laureato... a parte recentemente che mi è stato chiesto di seguire degli studenti per le tesi), ci sono mille modi per farlo, ovvio che non è semplice... ma se si decide, per pigrizia, di basarsi solo sulle informazioni circolanti in una stretta nicchia settoriale, allora non ci preoccupiamo se poi il settore non cresce... non si può chiedere all'oste se il suo vino è buono e poi stupirsi se sa di tappo. Questo, poi, è quanto di più vero nel campo sanitario... migliaia di prodotti, usati per lo più a sproposito, credendo che facciano bene e risolvano problemi per cui non sono specifici (es uso di antielmintici per curare protozoi flagellati, o di cure non ben definite per i virus... o peggio gli antibiotici per curare non si sa bene cosa e a dosaggi spannometrici...) con soldi che vengono buttati nelle vasche ed effetti positivi, spesso, derivati solo dalla risposta immunitaria del pesce stesso. Per di più, con l'ostinazione di riferirsi a pochi testi sacri(sicuramente scritti con competenza, ma poi interpretati dall'utenza) o peggio ancora a "guru" e "fattucchieri", senza approcciare altre possibili soluzioni o vie (mi viene in mente il mio vecchissimo e datato post sul mulinello, per il quale ne ho sentite su di tutti i colori, per le mie valutazioni, da parte di una torma di scopritori dell'acquacalda... che però incredibilmente erano competenti per materia, ma non si erano mai ricordati di renderci edotti di questi segreti di pulcinella...) Scusa Fabio se faccio questa digressione, ma il problema dell'"ignoranza" (passatemi il termine nell'ottica della non conoscenza, non della stupidità) del consumatore è, purtroppo, legata solo e unicamente alla pigrizia dello stesso. Tantissime cose nemmeno io le sapevo e per lavoro nemmeno mi servono, ma ho approfondito in prima persona per acculturarmi per mio diletto e interesse. certo, ho la fortuna di frequentare ambienti scentifici competenti per materia grazie al mio lavoro, ma non credo di essere l'unico ittiologo sulla faccia della terra ad avere un acquario...
Maurizio ti sgrido! devi, anzi dovete, intervenire! non abbiate paura di fare "brutte figure" o domande "stupide"... se siete qui è prima di tutto per imparare, non per dar lezioni... nessuno è onniscente o possessore del sapere assoluto! io stesso ne ho tante di cose che non so. Ma se non si condivide, se non si chiede, se non ci si butta... non si cambia e, soprattutto, non si cresce!
Non posso promettere nulla... chi mi conosce sa che sono sempre stato disponibile e mi è sempre piaciuto condividere e poter apprendere altre esperienza. Anni fa ho interrotto le mie collaborazioni con questo portale, così come per tutti gli altri, per motivi di lavoro e personali. Gli stessi rimangono anche oggi. I miei interventi di questi giorni sono legati ad una richiesta di un amico e, sebbene mi sia piaciuto ritornare a scrivere su questi argomenti, la cosa mi sta costando molto tempo. tempo che purtroppo non ho in abbondanza. Ma non fasciamoci la testa... per ora son qui, domani si vedrà...
allora, è più semplice di quello che sembra...
giustamente, uno degli inquinanti principali che controlliamo in acquario è l'azoto, nelle sue diverse forme. Ma non è l'unico... tu mi insegni che la chimica dell'acqua è legata a tanti processi, primo tra tutti la funzione biologica del filtro che "mangia" tutta una serie di molecole, ioni e sostanze, "detossificando" l'acqua. Senza entrare in un tunnel di tecnicismi e chimica che, sinceramente, è un po' che non mastico e non vorrei io stesso scrivere stupidaggini, posso dirti che:
- tutti i nutrienti hanno comunque un peso finale sulla qualità chimica dell'acqua, sia questa un'azione diretta (es. azoto), sia essa un'azione indiretta che genera lo start di alcuni processi che poi portano ad altro (es. consumo dei carbonati metabolizzati dai batteri anche grazie alla disponibilità di glucidi nell'acqua che forniscono energia, ecc...)
- l'azoto, questo mostro... il motivo per cui ci fa così paura è, tra le varie, il fatto che in forma nitrosa (ma in minor parte anche di nitrato e ammonio), ha la capacità di ossidare l'emoglobina meglio dell'ossigeno, andando a legarsi agli eritrociti in via preferenziale e, di fatto, soffocando il pesce anche in presenza di elevate concentrazioni di ossigeno disciolto in acqua. L'ammoniaca è tossica in quanto tale... concentrandoci solo su questo elemento, tralasciando tutti gli altri che però, come visto, hanno ugualmente un peso sulla qualità finale dell'acqua di un acquario, si può dire che: mangimi altamente digeribili contengono tanta proteina che però, essendo altamente digeribile, viene assimilata dal pesce in una quota proporzionale maggiore, quindi lo scarto di proteine in acqua attraverso le feci (quota non digeribile) è inferiore. La cosa si trasforma, quindi, in un carico di azoto libero in acqua inferiore. Il processo digestivo richiede energia, quindi l'attivazione del metabolismo del pesce che, essendo a base proteica, libera in acqua direttamente azoto sottoforma di ammoniaca... questo significa che l'aumento dello sforzo necessario a digerire ed assimilare un alimento a bassa digeribilità causa un aumento del fabbisogno energetico e, quindi, un incremento di energia da impiegare e, quindi, un aumento dello scarto catabolico in acqua (ammoniaca). Un alimento più facilmente assimilabile, a parità di dose, richiede meno energia per essere assimilato e, quindi, uno scarto catabolico inferiore. ergo... digerire e assimilare un alimento altamente digeribile inquina di meno... andando avanti, la completezza amminoacidica di un alimento (valore biologico), oltre alla presenza di altre sostanze o molecola catalizzanti i processi metabolici (minerali e vitamine), aiuta la perfetta funzionalità dei processi biochimici del pesce, favorendo un metabolismo più efficente, preciso e fisiologico, anche qui riducendo gli sprechi e le vie metaboliche alternative. Un alimento più digeribile e completo dal punto di vista nutrizionale, poi, richiede di dosi inferiori, visto che ogni suo pellet è completo e bilanciato per rispondere alle esigenze alimentari del pesce. Quindi anche in questo caso per assolvere il fabbisogno alimentare dei pesci servono meno grammi di alimento per kg di pesce, riducendo ulteriormente la presenza di nutrienti in acqua. Sostanzialemnte, per fare un esempio numerico... Se un mangime contiene 50 gr di proteine ogni 100 gr di mangime, e di questi solo 20 gr sono facilmente digeribili, avrò circa 25-30 gr di proteina che vengono eliminati attraverso le feci ogni 100 gr di prodotto. A questo aggiungiamo, per esempio, che il DI (daily intake) del pescie sia di 50 gr di proteina, per assolvere il fabbisogno giornaliero usando un mangime a bassa digeribilità dovrò usare 250-300 gr di alimento per pesce, avendo per contro circa 60-70 gr di proteina dispersa in acqua per pesce al giorno. Un alimento altamente digeribile, a parità di tabella nutrizionale, invece potrebbe contenere 35-40 gr di proteina altamente digeribile ogni 100 gr di alimento (siamo nel campo dell'esempio, è pura teoria, poi ogni alimento ha le sue quote. questi numeri sono inventati ed hanno il puro e semplice motivo di fungere da esempio per facilitare la comprensione della cosa). da ciò ne deriva che per ogni 100 gr di alimento, il pesce scarta solo circa 10 gr di proteina. Va da se che la dose di alimento da usare per assolvere i 50 gr di fabbisogno quotidiano non è più di 250-300 gr/pesce, ma scede a 150-200 gr/pesce, riducendo non solo i gr/pesce, ma anche i gr di proteina dispersi in acqua con le feci... Lascio a voi di tirar le somme di cosa significa questo, sia in termini alimentari/gestionali che economici...
Quello che vi dicevo poi sul prolungamento dei tempi di manutenzione a 3 mesi, con punte a 6, è stato possibile da realizzare non solo per l'impiego di un mangime con determinate caratteristeche qualitative e nutrizionali, ma anche perchè la vasca era arredata e ben piantumata, condizione che ha permesso di "smaltire" i carichi di nutrienti (azoto e fosforo) per mezzo della crescita delle piante e periodica asportazione di parte di esse. Non pensate di poter realizzare una cosa del genere in vasca nuda! questo sia chiaro... in ogni caso, anche in vasca da allevamento nuda, si ottengono miglioramenti generali della funzionalità del sistema, riducendo anche qui il bisogno antropico di intervento sul sistema (cambi), andando a influenzare positivamente il benessere generale del pesce e migliorandone lo stato complessivo, il sistema immuntario e l'accrescimento (inteso come condizionamento generato da fattori extra alimentari, dato che gli stessi sono già correttamente asolti dall'uso di un alimento digeribile e ben formulato).
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